Libertà religiosa e lezioni di nuoto: il caso torna di fronte al Tribunale federale svizzero

Libertà religiosa e lezioni di nuoto: il caso torna di fronte al Tribunale federale svizzero


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Pubblichiamo, in una traduzione non ufficiale in lingua italiana curata dalla Dott.ssa Laura Quadri, una recente sentenza del Tribunale federale svizzero dedicata al rapporto tra libertà di religione e adempimento degli obblighi scolastici. Il Tribunale federale decide – nella fattispecie – sul rigetto di un ricorso presentato da una studentessa di religione islamica (congiuntamente con i suoi genitori) avverso un provvedimento del Canton Argovia che negava a quest’ultima la possibilità di essere esonerata dalle lezioni di nuoto impartite in orario scolastico.

I ricorrenti sostenevano che – in ossequio al dettato normativo dell’art. 15 CF – dovrebbe rientrare tra le facoltà promananti dalla libertà di credo e di coscienza sancita dalla Carta federale il diritto di non frequentare attività scolastiche in cui il corpo femminile possa essere soggetto a sguardi maschili, contrariamente a quanto sancito dal diritto islamico.

Da parte sua il Tribunale federale ritiene che la libertà di credo e di coscienza possa essere limitata da provvedimenti statali e cantonali presi nell’interesse dell’integrazione dei fanciulli e dei giovani. Secondo il Tribunale, la funzione di coesione della scuola esige che le attività obbligatorie in essa svolte non possano essere dispensate se non in casi eccezionali. La funzione di integrazione dello sport scolastico si sviluppa al meglio solo allorquando lo studente interagisca con la sua classe. Ad avviso del Tribunale è inoltre insoddisfacente l’argomentazione che la socializzazione della ricorrente è comunque soddisfacente, relazionandosi quest’ultima con altre ragazze all’infuori della propria classe durante le lezioni private per musulmani; infatti – secondo il Tribunale – tale fattispecie è il contrario dell’integrazione, producendo piuttosto un’indesiderata segregazione che porta gli scolari musulmani alla marginalizzazione, favorendo la creazione di strutture sociali parallele.